La social content curation e Storify
E’ il mio pallino da un po’: da quando grazie ai social media l’informazione da gestire è diventata un flusso che ognuno di noi deve riorganizzare per potere avere una panoramica completa di una notizia, ha ancora senso duplicare contenuti identici, nello stile “comunicato stampa”?
Non è forse meglio seguire la notizia e diffondere i punti di vista, anche divergenti che produce?
Come blogger, quando mi arriva un comunicato stampa, arriccio sempre il naso perché alla piattezza di un testo preferirei una serie di link che rimandino a sito web, eventuale hashtag o profilo su twitter e pagina su facebook. Preferirei “seguire” l’evento e la notizia, piuttosto che lanciarla.
La protagonista della comunicazione ai tempi dei social media non è più la mano che tira il sasso, ma i cerchi nell’acqua che il sasso produce.
Il compito di chi si occupa di Online Media Relations o di chi – come me – fa un lavoro reputation-oriented più che marketing-oriented e che quindi ha il compito di studiare strategie che valorizzino i contenuti e la reputazione di un marchio o di un progetto, è di misurarsi quotidianamente con la social content curation: la cura dei flussi di contenuti prodotti on line, sui social media e non.
Contenuto è un articolo di approfondimento, ma contenuto è anche il dibattito che vede nascere un hashtag su twitter, una discussione su Facebook o una serie di post tematici che rispondono l’uno all’altro.
Oggi realizzare un contenuto informativo intorno a un progetto, un’idea, un momento storico o un evento culturale e/o politico ha un costo in termini di tempo da dedicargli e il valore aggiunto non è più fare lo scoop, ma approfondire al massimo l’inseguimento del flusso di reazioni che suscita un contenuto.
Realizzare una storia on line – quando è condivisa in tempo reale e ci riguarda tutti, come può essere anche un meraviglioso doppio arcobaleno su Bologna – non significa necessariamente (o solo) scrivere qualcosa di nuovo ma anche raccogliere e aggregare l’esistente.
Da qualche tempo uso in maniera strategica per il mio lavoro ma soprattutto per la mia crescita personale e professionale, Storify.
Storify permette di aggregare contenuti diversi (da twitter, facebook, instagramm, blog, ecc) e riproporli in una forma accattivante, costruendo rapidamente il flusso di quanto è stato scritto, detto, montato. Sta poi al lettore esplorare le infinite possibile che offre un post su Storify (lettura consequenziale che diventa cronaca o approfondimento verticale esplodendo le proposte contenute).
Storify è diventato per me uno strumento indispensabile.
Se partecipo ad un evento, faccio la cronaca su twitter (stando ben attenta a riportare brevi frasi di senso e non solo di contesto), scatto qualche foto che rilancio attraverso Instagram e quando torno a casa ricostruisco il mio lavoro (completandolo con quello di tutti coloro che hanno seguito l’evento su twitter o attraverso post sui loro blog o video e foto) su storify per creare una cornice che contenga la notizia e permetta a chiunque di ricostruire il contesto dall’informazione e non viceversa.
Io ho imparato a usare Storify usando questo video tutorial e leggendo questo articolo di Alessandra Farebegoli.
La Content Curation è la prospettiva con cui guardo al mio lavoro, uno degli aspetti più qualificanti di una professione come la mia. Ecco allora che proprio grazie a Storify ho raccolto qualche interessante punto di vista sul tema.
molto interessante.
è da tempo che sto pensando di cimentarmi con storify e forse è giunto il momento.
penso sia uno strumento molto “giornalistico” (e forse è per questo che mi affascina) e avere la possibilità di aggregare le notizie – in qualunque formato (tweet, post, etc) – che ci interessano può essere utile nell’orientarci tra le tante informazioni che ci vengono proposte.
mi aiuti? ;-))
prova