Le mie competenze: scrittura autobiografica, comunicazione, copywriting, social media, competenze digitali.

Wikipedia e le donne #Bologna

Sabato 23 Marzo 2013 presso lo Urban Center di Bologna si terrà l’incontro Marilyn, Rita, Caterina: Wikipedia e le Donne, volto ad affrontare il tema della presenza e della partecipazione femminile all’enciclopedia online più famosa di sempre.

Incontro organizzato dalle associazioni Girl Geek Dinners Bologna e Wikipedia Italia.

Il nome dell’evento si collega a tre pagine di Wikipedia che verranno analizzate durante il workshop, per mostrare diversi esempi di copertura di voci riguardanti figure femminili sull’enciclopedia: Marilyn è Marilyn Monroe, la cui pagina è segnalata come voce di qualità, cioè una voce ritenuta particolarmente accurata e completa dalla comunità wikipediana; Rita è Rita Levi Montalcini, la cui voce è molto buona ma richiede ancora qualche aggiustamento; Caterina, infine, è Caterina Enrichetta di Borbone, una nobildonna italiana la cui pagina ha bisogno di diverse correzioni e miglioramenti.

Secondo gli ultimi dati sulla comunità della Wikipedia in inglese è emerso come la presenza femminile si attesti al di sotto del 15%: la sensazione è che la versione italiana non si discosti di molto da questo scenario. Inoltre, è senza dubbio riscontrabile un divario di genere sui contenuti: tra tutte le biografie di qualità, ad esempio, solo 8 su 57 riguardano figure femminili.

L’evento si articolerà in due momenti differenti:

Uno in cui ci saranno dei brevi speech a cura di Linda Serra Presidente di Girl Geek Dinners Bologna, Leda Guidi Responsabile di Agenda Digitale Bologna, Frieda Brioschi Presidente di Wikimedia Italia, Emma Tracannella responsabile per Wiki Loves Monuments Italia e GGD milanese.

Nella seconda parte dell’evento si terrá un workshop a cura di Ginevra Sanvitale di Wikipedia Italia.

Il workshop partirà con una breve spiegazione del funzionamento base di Wikipedia, ovvero quali sono i principi su cui si basa, cosa significano “libera” e “collaborativa”, cosa si intende per fonte secondaria, come funziona la comunità. Dopo di questo procederemo alla modifica concreta di alcune pagine riguardanti figure femminili che contengano errori o abbiano bisogno di essere formattate, in modo da imparare i primi elementi di sintassi attraverso la loro applicazione diretta. Lo scopo è quello di mostrare attraverso la pratica come editare Wikipedia sia molto più semplice di quanto si pensi, e come anche correggere una virgola o un grassetto siano operazioni importanti per lo sviluppo e l’autorevolezza dell’enciclopedia.

Girl Geek Dinners Bologna è un’associazione di promozione sociale che opera sul territorio bolognese dal 2009. L’associazione ha come obiettivo la promozione di internet e della cultura digitale come principali driver di emancipazione femminile, democrazia e libertà.

Per informazioni:

staff@girlgeekdinnersbologna

www.girlgeekdinnersbologna.com

il tag ufficiale è #wikidonne

 

CoderDojo arriva a Milano: piccoli smanettoni crescono!

Un progetto del genere non poteva che intrigarmi parecchio: credo molto nella tecnologia come opportunità creativa e sono convinta che valorizzare questo aspetto anche con i bambini sia abilitante per un loro uso consapevole della Rete e del digitale in generale. Il mio motto è: raccontiamo gli usi creativi e stimoliamoli per sviluppare anticorpi a un uso negativo del mezzo e favorire la vera innovazione culturale di questo Paese. 

Ecco allora Coder Dojo, un progetto internazionale che è sbarcato anche in Italia e che avvicina i bambini dai 7 anni alla programmazione. Per la serie “baby smanettoni del mondo unitevi!”, un’idea senza scopo di lucro e completamente volontaria a cui anche i Media tradizionali stanno riservando grande attenzione. Ho avuto l’onore di poter intervistare i fondatori dell’iniziativa milanese. Ecco cosa mi hanno raccontato.

Il progetto CoderDojo in breve

Direttamente dal sito www.coderdojo.com: “A global collaboration providing free and open learning to young people, especially in programming technology”.

 Quando e perché avete deciso di portarlo a Milano e chi siete?

Un giorno nostro figlio David di 11 anni ha chiesto al papà: “Ho in testa un videogioco e vorrei realizzarlo, mi insegni a programmare?”. Angelo, mio marito, parlando per caso con un suo ex-collega e carissimo amico, con cui condivide gli interessi per la programmazione, è venuto a conoscenza di questa iniziativa e insieme hanno deciso di portarla a Milano. In generale crediamo che la programmazione sia un ottimo strumento per consentire ai bambini di esprimere la propria creatività. Chi siamo: adulti di età variabile tra i 25 e i 43 anni che condividono la passione per la programmazione e/o la convinzione che occorre dare ai bambini dei validi strumenti per esprimere la propria creatività.

 Bambini e bambine: sono più i programmatori maschi o femmine?

Per ora sono di più i bambini 80% ma ci sono tutti i presupposti per pensare che il divario si assottigli.In ogni caso sia bambini che bambine senza alcuna distinzione si divertono tantissimo, creano giochi strepitosi e sono concentratissimi! A volte non vogliono fare nemmeno la pausa merenda!

A parte la nostra pedagogista, ovvero io!, non abbiamo mentor donne, ma già dal prossimo appuntamento ci potrebbero essere novità in questo senso.

I genitori che accompagnano i figli: che reazioni e domande hanno di fronte al progetto?

I genitori, nessuno escluso, sono entusiasti almeno quanto i figli. Qualcuno si è già spinto oltre e si è reso disponibile per pubblicizzare l’iniziativa all’interno della propria azienda, qualcun altro ci sta già aiutando a promuoverci, anche sui social network. Spesso, mentre i figli creano, approfittano per fare domande o chiedere come possono aiutare i figli ad usare responsabilmente le nuove tecnologie.

Il messaggio che noi vorremmo fare arrivare è che programmare è cool, mentre il cyberbullismo non lo è. Si dice che “Prevenire è meglio che curare”, ma per noi è meglio ancora promuovere. Quindi desideriamo far sperimentare ai bambini le risorse sorprendenti della rete e delle nuove tecnologie e renderli protagonisti e responsabili.

 Che consigli vi sentireste di dare a qualcuno che volesse replicare il progetto in un’altra città? Quali sono le criticità oggi?

Il consiglio è di non pensarci troppo e di buttarsi nell’iniziativa: uno spazio dove stare, anche provvisorio, all’inizio si trova sempre. La generosità delle persone che si vogliono mettere in gioco per insegnare ai bambini è tanta. Le criticità: l’unico rischio è che la cosa diventi virale e gli spazi non bastino più e occorre trovare altri volontari, ma è un rischio che si corre volentieri ;-). Ora che stiamo crescendo un po’ avremmo bisogno di qualche soldo che cercheremo di ottenere attraverso sponsorizzazioni ma all’inizio è davvero a costo zero.

 CoderDojo e istituzioni: è possibile pensare a un coinvolgimento delle istituzioni locali secondo la vostra esperienza o snaturerebbe il progetto?

No, è auspicato. Noi abbiamo contattato il Comune di Milano, dove abbiamo trovato persone che ci hanno ascoltato e hanno dimostrato interesse per CoderDojo; lavoreremo in futuro per ottenere un patrocinio che ci aiuti nella promozione dell’iniziativa.

 I canali social del gruppo di Milano

 

Dal web a Lerici

Le tesi del parroco di Lerici sul femminicidio
e la responsabilità della donna non sono farina del suo sacco, ha stampato e fatto sue affermazioni che da oltre una settimana campeggiano come editoriale di Bruno Volpe sul sito “cattolico” Pontifex.

Ho scritto un commento a quell’articolo, non appena mi è stato segnalato: non è stato pubblicato, pur non contenendo parolacce ma solo un fermo punto di vista, malgrado il sito si dica forte della libertà d’opinione.

Ho scritto anche a direcontrolaviolenza@women.it perché facendo una ricerca in rete, non sono riuscita a capire a chi segnalare questo tipo di contenuti, perché fossero valutati obiettivamente.
Trovo gravissimo che siano a disposizione di tutti online e sono convinta che la libertà di espressione individuale si debba fermare quando lede la libertà degli altri o offende gruppi di persone.

Lo hanno scritto e detto in tanti, queste affermazioni incitano alla violenza contro le persone donne e ci fanno tornare al medioevo del pensiero.

Anche perché in Italia, è utile ricordarlo, la maggior parte di delitti che vengono compiuti sulle donne, sono compiuti in casa, da partner, ex compagni, mariti.

Sapere che le affermazioni di Bruno Volpe sono indicizzate e di pubblico dominio, su un sito che – per la sua natura “cattolica” – potrebbe essere considerato autorevole, mi sconcerta parecchio.

Da una parte si potrebbe riaprire il dibattito sulla Rete e sulla sua capacità di diffusione di qualsiasi punto di vista, elemento sano in generale ma che fa riflettere quando si scontra con temi etici come questo, con prese di posizione ideologica che potrebbero ledere qualcuno o rispondono a rabbia di pancia e che possono diventare contesto fertile in cui liceizzare forme di violenza come quella sulle donne.
Dall’altra penso al fatto che queste affermazioni, all’interno di un contesto cattolico in cui il Papa stesso si permette di usare parlare dure verso unioni omosessuali e aborto, parlando di “minaccia per la pace”, in un mondo dove la minaccia alla Pace arriva principalmente dall’intolleranza e da chi pensa che la propria religione o credo giustifichino forme di violenza, siano un segnale forte che nessuno dovrebbe sottovalutare e su cui tutti dovremmo fare un atto di responsabilità. Noi laici dovremmo farlo come cittadini, i cattolici dovrebbero prendere una forte posizione.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano, di questi episodi, di questi punti di vista, le donne cattoliche illuminate, anche quelle di sinistra.

Se i Media non avessero dato eco alle ferme prese di posizione di alcune associazioni contro il parroco di Lerici, probabilmente ci sarebbe stato silenzio intorno alle parole dell’editorialista.

Un’affissione in una parrocchia rimane in qualche modo circoscritta a chi transita in quella chiesa, le parole messe in Rete hanno una forza che esce dalla contingenza del momento (tra 3 giorni i tg non ne parleranno più) e possono essere trovate in qualunque momento, da chiunque.

In questi giorni, come non mai, proprio in occasione del Natale, la chiesa e chi si fa forte del proprio cattolicesimo, mi hanno offerto la possibilità di rinnovare il mio spirito anticattolico e laico.

Come non mai sono orgogliosa di non appartenere alla chiesa cattolica. Come non mai mi chiedo, di fronte a affermazioni tanto pesanti, come si pongano i tantissimi uomini e donne intelligenti che hanno scelto di essere cattolici e che conosco anche personalmente, rispetto a atti così gravi.

Come non mai mi pongo alcuni dubbi legati al web, alla tutela delle persone rispetto ai contenuti e alla capacità di distorsione e strumentalizzazione della parola che può passare attraverso i bit.

E non ho alcuna risposta.

SmartWomen a DonnaéWeb 2012

Domani mattina alle 10 con qualche macchina e tanto entusiasmo partiamo: insieme al gruppo delle SmartWomen  andremo al nostro primo appuntamento “fuori porta” a Marina di Pietrasanta (Lu) con l’obiettivo di diffondere la cultura digitale in Italia, attraverso il dialogo con le donne.

A Marina di Pietrasanta oggi ha preso il via DonnaéWeb, una manifestazione che premia l’eccellenza dei progetti al femminile in ambito digitale e a cui ho già avuto il piacere di partecipare sia come finalista con Panzallaria.com, sia come vincitrice con la community che avevo creato (ora non più online) DonnePensanti.

L’evento Smart Women del 15 dicembre 2012

Un open talk moderato da Linda Serra, presidente di Girl Geek Dinners Bologna, dove interverranno donne e professioniste in ambito digital, alcune delle quali hanno inaugurato il primo incontro Smart Women a Bologna. Partendo da alcuni punti chiave, ragionando su concetti legati al mondo delle nuove tecnologie come attivatori sociali favorevoli all’ inclusione femminile, cercheremo di coinvolgere i partecipanti attraverso un racconto fatto di esperienze personali e dati oggettivi. L’incontro sarà volto a stimolare le donne ad una partecipazione attiva e consapevole all’ interno dello scenario digitale italiano.

Dove e quando

  • MUSA, Museo Multimediale di Pietrasanta Sala MUSA 2, via Giuseppe Garibaldi, 97.
  • 15 dicembre, dalle 16 alle 18

Gli interventi

Leda Guidi: Responsabile di Servizi di Comunicazione, Rete Civica/Portale del Comune di Bologna, progetto Iperbole2020; giornalista, esperta di ICT&PA)

 Mikaela Bandini: Owner di Viaggi Di Architettura, Blogger per Urban Italy, Project Manager di Diario Digitale.) Vive in un mondo dove essere Donna, Straniera e vivere al Sud sono punti forza che aprono le porte e regalano opportunità.

 Matilde Ferraro: Antropologa esploratrice di tendenze culturali e vita digitalreale, ICT project manager, appassionata di educazione ai Media, creativa a 360°.

Francesca Sanzo: Blogger ed esperta di comunicazione digitale, consulente per contenuti e strategie per il web. Founder @ufficioincasa. Blogger @ panzallaria.com

 Lisa Ziri: Matematica, nel 2011 ha fondato una start-up tecnologica con una ex-collega. Co-founder @ nemoris.it

 Giusy Aloe: Co-funder @ gramignamap. Marketing manager da 11 anni.

Dopo l’open talk l’associazione Girl Geek Dinner invita tutta la community a partecipare alla cena Networking Dinner che si terrà al CRO (via Garibaldi n.95 – Pietrasanta): networking, question & answer e scambi di idee per far fruttare quanto raccolto durante DonnaèWeb.

La cena degustazione costerà 15 euro e sarà possibile partecipare su prenotazione. Per informazioni consultare il sito www.smartwomenitaly.com

Un grazie speciale agli sponsor che ci permettono di concretizzare questo bellissimo progetto, di cui Marina di Pietrasanta è solo la prima tappa.

Sponsor del progetto

O-one: web-agency specializzata in social media communication e digital relations.

Best Western Italia: gruppo alberghiero indipendente a livello mondiale.

 

Blogger di classe al wordpress Camp: sabato 24 novembre 2012

Domani sarò al Word Camp di Bologna, un’iniziativa nata dalle amiche di Girl Geek Dinners Bologna , in collaborazione con WordPressWordPress Italia et3lab. Ci sarà anche StudioLost, la Web Agency di Stefano Castelli, il mio compagno.

Ho voluto partecipare all’evento per condividere con tutti coloro che sono interessati all’argomento, in particolare insegnanti e educatori, il progetto che durante l’anno scolastico scorso ho realizzato in collaborazione con la scuola Media Dozza di Bologna, ovvero il laboratorio “Blogger di classe” che ha portato alla nascita di Dozzilla.

Durante il secondo quadrimestre, con un gruppo di ragazzi volontari di II media, alcuni insegnanti che ci hanno creduto (che ringrazio tantissimo perché grazie a loro abbiamo realizzato un progetto di valore) e grazie al contributo della Fondazione Del Monte ci siamo incontrati una volta alla settimana per realizzare il nostro percorso di co-creazione del blog della scuola, partendo dall’esame del contesto del web nell’ottica di creare opportunità creative per i ragazzi.

Abbiamo organizzato una redazione web, fatto brain storming, analizzato le competenze e i desiderata dei partecipanti per dividere i compiti e abbiamo approfondito il concetto di storytelling online, per raccontare il quartiere Barca, le sue storie e i suoi percorsi.

I ragazzi hanno intervistato e ascoltato lo scrittore e blogger Danilo Masotti, ma anche parlato di sicurezza online con la Polizia Postale e indagato il contesto istituzionale  grazie all’incontro con Milena Marchioni dell’agenda digitale di Bologna .

Il progetto Blogger di classe ha l’obiettivo di sviluppare una cultura digitale per la generazione dei “Nativi digitali” (termine che non amo, ma che ormai è entrato nella consuetudine esplicativa dell’argomento) incentivando l’uso positivo della Rete e dei Social Media, anche nell’ottica di orientare alle professioni digitali coloro che sono appassionati di tecnologie e comunicazione.

Blogger di classe è uno dei due progetti che propongo alle scuole, agli insegnanti e a chi si occupa di educazione e sociale insieme a Gioco di squadra che si rivolge invece ad insegnanti e genitori per un accompagnamento consapevole all’uso dei social media e del web attraverso l’alfabetizzazione al digitale di coloro che devono affiancare i ragazzi nell’entrata e uso della Rete.

Credo molto in questi progetti perché sono convinta che ciò che ci spaventa di più nella Rete come insegnanti e genitori si possa (e debba) contrastare prima di tutto attraverso un uso positivo, efficace e consapevole della Rete.

Se avete voglia di ascoltare il racconto dell’esperienza di Dozzilla, vi aspetto domani al WordCamp.

Con me ci saranno anche 2 professoresse e 2 studenti che hanno fatto parte del progetto e racconteranno insieme a me la nostra esperienza che –  mi auguro – si possa replicare altrove.

Dove e quando

Urban Center – Biblioteca Sala Borsa – P.zza Re Enzo, Bologna

ore 14

Sei un insegnante e ti interessa il progetto?

Contattami via mail: francesca.sanzo[@]gmail.com

Blogger di classe e Gioco di squadra fanno parte del progetto Tessere la Rete: formazione su web e social media che si rivolge a aziende, cittadini e scuole.

Cyberbullismo: la storia di Amanda

Forse qualcuno ricorda il video messaggio che Amanda – 15 anni, canadese – ha fatto girare qualche mese fa online, per raccontare la sua storia privata e contrastare il fenomeno del cyberbullismo.

La storia di questa ragazza sembra “da manuale”. E ne parlo sul mio sito Tessere la rete dedicato alla formazione all’uso del web e dei Social Media. Se volete leggerla e guardare il video:

Amanda e il cyberbullismo

Sulla pelle delle bambine

Come vi ho già raccontato in altri post mi arrivano spesso mail promozionali non richieste (leggi: SPAM).

Alcune semplicemente le cestino.  Altre mi colpiscono come pugni nello stomaco. Quasi sempre perché dimostrano una piena adesione al “nuovo” modello femminile che sta prendendo il sopravvento. Abbiamo fatto un salto indietro di almeno 50 anni in quanto a immagine della donna e la forbice delle persone/target prese di mira dalla pubblicità si è così allargata che ormai anche le bambine sono delle piccole donne. Anzi no. Piccole consumatrici che devono aderire al modello povero e estetizzato di donna.

Ecco allora che se ricevo una mail come quella di cui vi cito l’incipit, come mamma, come persona e come donna TREMO.

Che sia difficile uscire dal ruolo di consumatori è chiaro, che noi come consumatori possiamo esercitare spirito critico e decidere di mettere davanti alla proposta patinata il VERO benessere dei nostri bambini lo è altrettanto.

Nessuno può impedire a questi MARCHI di vendere questi prodotti, ma noi genitori possiamo SCEGLIERE di non acquistarli, di mandare un segnale forte per cambiare il trend.

Siamo sicuri che sia proprio questo che serve al benessere delle nostre figlie?

Buongiorno Francesca,
avremmo desiderio di inviarle un campione della nostra nuova crema per bambine “…”.
Saremmo felici se tu la provassi e, se ti piace, condividessi le tue opinioni con i tuoi lettori. Si tratta infatti della prima crema appositamente studiata per bambine: non un prodotto per bebè, ma per “piccole signorine” dai sette-otto anni in su.
A quell’età le bambine iniziano ad imitare le loro mamme davanti allo specchio, si mettono le creme, si truccano….è l’età ideale per insegnare loro, per gioco, gesti e abitudini che saranno importanti per il loro futuro benessere. Ad esempio, l’abitudine di proteggere e idratare la pelle del viso.

Domande/affermazioni che girerò anche privatamente a chi mi ha mandato la mail:

  • perché una crema dovrebbe rivolgersi solo alle bambine e non ai bambini? Se l’obiettivo è il benessere della pelle, il sesso non dovrebbe fare distinzione.
  • le bambine a 7/8 anni sono bambine non piccole signorine

E voi cosa ne pensate?

Spero che siano contenti: per la prima volta ho risposto all’appello del marchio e ho realmente parlato sul mio blog del loro prodotto. E non hanno nemmeno dovuto inviarmelo.

 

Secondo lo Iap l’arte di Cattelan su Wired (in contesto pubblicitario) è offensiva!

Sarà stata pure arte quella di Cattelan – come in molti hanno scritto nei commenti al post – ma a seguito della mia segnalazione allo IAP  della pubblicità in terza di copertina sul numero di gennaio di Wired – Italia , ecco cosa mi scrive lo IAP oggi:

Segnalazione messaggio pubblicitario “Disaronno celebrate the 4th edition of TOILETPAPER Magazine” rilevato su Wired data copertina – gennaio 2012 

Desideriamo informarLa che, il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio pubblicitario segnalato, ha deliberato di emettere ingiunzione di desistenza per violazione dell’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale

A fronte del suddetto provvedimento autodisciplinare l’inserzionista ha confermato che la comunicazione contestata non verrà più riproposta su alcun mezzo. 

Può rinvenire il contenuto del provvedimento inibitorio (n. 4/2012/ING) nel nostro sito internet www.iap.it, nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo”. 

RingraziandoLa per l’apprezzata collaborazione, porgiamo i nostri migliori saluti.

 I.A.P.

La Segreteria

Non mi è ancora arrivato il numero di febbraio della popolare rivista, ma mi hanno detto che si parla anche della polemica nata dal mio post e che la Redazione si impegna a una maggiore presenza di contributi femminili. Ne sono contenta.

Forse con i blog non si cambia il mondo, ma se possiamo iniziare un dialogo proficuo che contribuisca, anche se poco, a una maggiore sensibilizzazione sulla necessità di non naturalizzare stereotipi, anche attraverso questi mezzi, io – come blogger – sono già molto contenta.

Grazie allo Iap e anche a Wired per la disponibilità.

Io comunque rimango alle calcagna 😉

Women in Digital: Bologna

[Come hanno gestito, le donne, le potenzialità offerte dal mondo digitale? ]

E’ questa la domanda da cui prende l’avvio il convegno che si terrà venerdì 20 gennaio 2012 al MamBOdi Bologna per una giornata dedicata alla scoperta del rapporto tra donne e tecnologia digitale. Io ci sarò e credo che si tratti di un appuntamento interessante, un punto di vista diverso e fondamentale per capire l’ecologia dell’innovazione italiana e le potenzialità dei nuovi paradigmi offerti dal digitale.

Se il web non è solo per uomini, O-one vuole, con ‘Women in Digital’, approfondire il tema di come le donne, in ambito lavorativo ma non solo, si avvicinano e utilizzino le tecnologie digitali, oggi sempre più diffuse e presenti nella vita quotidiana.

Mattina

Nel corso della mattinata, attraverso la presentazione di alcune case history, si darà la parola a donne che, grazie alla comunicazione digitale, hanno saputo produrre innovazione e connessione.

Pomeriggio

Nel pomeriggio l’evento si tramuterà in tavola rotonda per dare spazio a considerazioni, commenti ed esperienze sulla possibilità, con le tecnologie digitali, di investire in un futuro differente.

Interventi

All’evento patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Bologna, saranno presenti quali relatrici nel corso della mattinata, Laura Pezzotta Brand Connection Nike Italy, Vittoria Michielotto Senior Product Manager GSK Consumer Healthcare, Sara Pupin Web Communication Manager Bricocenter, Roberta Barba FGA Web Marketing Manager, Francesca Musolino Global Digital Marketing Manager at New Holland. Interverranno invece nella tavola rotonda pomeridiana, moderata da Cecilia Pedroni Direttore e Client Manager di Dr.O-one e Linda Serra Digital Strategist di Dr.O-one: Micaela Calabresi Web Editor & Sales at Pde S.p.A. | Effe 2005, Leda Guidi Responsabile dei “Servizi di Comunicazione con i cittadini” del Comune di Bologna e Project Manager della rete civica Iperbole Anna Piacentini Presidente & Business Developer at People 3.0 e Manager Emilia IN, Lidia Marongiu, Consulente Studio Giaccardi &Associati e amministratore G&M Network Srl, Organizzatrice di Ravenna Future Lessons, Roberta Chinni Project Manager per Bologna Children’s Book Fair.

 Per iscriversi

L’evento è aperto al pubblico e per partecipare è necessario iscriversi a questo indirizzo http://womenindigital.eventbrite.com/ ; sarà comunque possibile partecipare registrandosi il giorno stesso al desk di accoglienza.

La parte dedicata alle case history avrà inizio alle ore 11, dopo una breve introduzione di Gianfranco Fornaciari (ore 10.30) CEO di O-one; sarà poi offerto un piccolo rinfresco ai partecipanti per proseguire con la tavola rotonda pomeridiana alle 14.30.

Sponsor dell’evento Bper (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) e Smemoranda.

 

 

Pratiche di ascolto della Rete

Il passaparola in Rete certe volte funziona e quando in tanti rilanciamo idee e le rafforziamo aggiungendo del nostro, l’onda d’urto può diventare davvero efficace. Oggi per fare cittadinanza attiva occorre saperlo, se no si rimane relegati in piccoli orticelli la cui efficacia lascia il tempo che trova.

Ultimamente i segnali di ascolto stanno aumentando in maniera direttamente proporzionale alla percezione che ascoltando le voci della rete si possa migliorare, invertire il passo, evolvere.

Il convegno su Twitter

Dopo l’acceso dibattito su Twitter relativo all’opportunità di organizzare un convegno dedicato a twitter stesso in cui tra i relatori non compare nemmeno una donna, è Riccardo Luna ad annunciare che le critiche in rete hanno “salvato” il convegno: la locandina viene modificata e vengono invitate Claudia Vago e Alessandra Giraldo.

Il Bar su Frecciarossa

Trenitalia, che ha già subito un intenso attacco on line per un’immagine in una pagina web considerata razzista, dopo aver ritirato quella, si è trovata di nuovo al centro dell’attenzione perché i bar del Frecciarossa – diviso in 4 livelli di servizio – erano vietati ai titolari di biglietto standard (la tariffa più bassa). Sui Social Network è iniziata la rivolta e Trenitalia ha dovuto fare un passo indietro, giustificato con questo comunicato:

“A poco più di un mese dalla partenza del nuovo Frecciarossa 4 livelli, il servizio della carrozza bar-ristorante sarà disponibile a tutti i clienti. Si tratta di una scelta commerciale adottata dopo questo primo periodo di sperimentazione e dopo aver raccolto i commenti e i suggerimenti dei viaggiatori, anche attraverso il web. Questo conferma la volontà di Trenitalia di offrire un servizio sempre più a misura di tutti e rispondente alle esigenze di un mercato in continua evoluzione”. (fonte Repubblica)

Il boicottaggio di Omsa

Il tam tam della rete ha fatto girare la notizia,  tanto che il boicottaggio del marchio Omsa – che ha licenziato in tronco 239 lavoratrici di Faenza – sta diventando una cosa davvero seria. Pare che la stessa Coop Adriatica non escluda di partecipare attivamente, rifiutandosi di vendere i prodotti serbi.

Queste notizie confermano come si possa usare la Rete in maniera efficace e come l’ascolto sia FONDAMENTALE.

Tutti possiamo sbagliare, ma non bisogna dimenticare il nostro potenziale attivo, ovvero la capacità di agire come consumatori responsabili (anche quando siamo un marchio come Coop) e come cittadini che sanno trovare l’umiltà di ammettere i propri errori (Convegno, Trenitalia) e sanno fare buon uso delle critiche.

Continuiamo così!