Gestire i luoghi comuni nella scrittura
Quando scriviamo, abbiamo sempre la tentazione di usare il repertorio delle parole dette da altri, quelle che abbiamo letto e riletto e che ci sembrano adatte al contesto. Se – per esempio – della nostra struttura turistica, scriviamo “Immersa nella splendida cornice dei colli bolognesi”, pensiamo di avere fatto bingo. Proseguiamo con “da noi potrai immergerti in un’atmosfera magica” e ci sembra proprio di avere fatto il nostro dovere per riempire la pagina “Chi siamo” del sito. Se abbiamo appena avviato un’attività in proprio, potremmo decidere che vogliamo orgogliosamente scrivere che abbiamo “conclamata esperienza” e se invece la nostra azienda esiste dal 1953 allora diventiamo “leader del settore” o siamo “un’azienda di primaria importanza”.
A volte chiediamo aiuto all’Intelligenza Artificiale, magari a CHAT GPT per scrivere quella pagina che ci serve a entrare nell’indicizzazione dei motori di ricerca e ci sembra di avere fatto un bingo doppio: esce un testo di marketing che parla di eccellenza, qualità, leadership e primaria importanza in questo o quell’ambito o racconta che da noi potrai “immergerti in un’atmosfera da sogno”.
Stiamo praticando i luoghi comuni che sono rassicuranti quanto il tailleur indossato al matrimonio: si fa così, si è sempre fatto così quindi va bene così.
Ma ci sta bene il vestito che abbiamo scelto? Ci rappresenta davvero? Continua a leggere