Scrivere e creare grazie ai tarocchi e alle carte creative
Dopo 2 libri autobiografici e uno sul narrarsi online, 12 anni di blog in cui faccio personal storytelling e una montagna di post nomadi sui social media, ho deciso di trasformare quello ho imparato in un workshop e corso di scrittura autobiografica, per chi ha voglia di imparare a scrivere di sé per farsi leggere. La prima stagione, iniziata a ottobre scorso, l’ho dedicata alla scrittura narrativa a mano, alla struttura del racconto e il corso avanzato ha esplorato i racconti in condominio ma da un po’ coltivo un’idea che nasce da un’antica passione per i tarocchi.
Indice dell'articolo
Gli arcani maggiori come ispirazione
Gli arcani raccontano molto di noi, se non abbiamo la velleità di scoprire il futuro ma interpretare meglio quello che sentiamo nel presente: queste 22 carte contengono figure affascinanti e archetipi che parlano delle fasi principali della vita.
Mi sono scervellata a lungo, studiando quelli che mi regalò la mia mamma nel 1995, per capire come potevano essere utili a me, per scrivere meglio e come potevano essere utili anche alle persone che frequentano i miei corsi. Non riuscivo a trovare la chiave. Non sapevo nemmeno se avesse senso trovarla. Il castello dei destini incrociati di Calvino mi sorrideva della libreria, ma nemmeno quel libro riusciva a fornirmi la giusta strategia per trasformare in strumento creativo le carte.
I miei tarocchi hanno una storia che è la mia evoluzione personale: da ragazza li usavo pensando di riuscire DAVVERO a leggere il futuro e prendere troppo seriamente un’attività ludica mi aveva portato ad averne la nausea, ad allontanarmene presto. I tarocchi mi hanno seguita, sono rimasti con me per molti anni, ma ho dato loro poca attenzione fino a quando non hanno cominciato a fissarmi dal cassetto: erano una potenzialità creativa più che occulta o magica! Mi avevano sempre voluto raccontare la mia capacità di tessere storie (a detta di tutti, ero una bravissima “strega”) e una certa capacità empatica.
L’ultima lezione del corso di scrittura autobiografica ho fatto un piccolo esperimento e ho portato con me gli Arcani maggiori: ho chiesto a ogni presente di scegliere una carta dal mazzo e ne ho lette le caratteristiche.
Cosa succede quando si usa un Arcano?
Ci apriamo, siamo disponibili a riflettere su di noi e a raccontare sensazioni e lati del nostro carattere che si condensano nella carta che abbiamo pescato. Possiamo interpretarla da soli, anche senza conoscenze specifiche, usando l’immagine come leva per la nostra creatività, oppure possiamo farci aiutare da un conduttore (una persona che sia in grado di leggerne i significati simbolici).
Ma. Ma quei tarocchi erano CONNOTATI e anche quando li mostro alle persone, se non sono già curiose, si irrigidiscono, perché pensano che voglia coinvolgerle in qualche pratica superstiziosa.
Intùiti
Grazie a Silvia F., che ha frequentato sia il mio corso base che quello avanzato di scrittura autobiografica, sono arrivata all’interessantissimo progetto di Matteo Di Pascale, Intùiti
Intùiti propone suggestioni mirate, disegnate a partire da uno studio dei Tarocchi Classici, che sono una ricca raccolta di archetipi. Ogni carta è un canale verso modelli di pensiero che fanno parte della nostra cultura, un simbolo che può portarci verso il mondo dell’inconscio e dell’intuizione.
Ho acquistato online le carte (mi sono regalata anche Fabula) e ho cominciato a studiare grazie all’ottimo manuale che si può scaricare online. Ancora non mi era chiaro come volessi usarle per scrivere e per facilitare il lavoro delle persone ma ho subito avuto l’attrazione di guardarle e ho capito che ci sono alcuni esercizi che sono molto utili per focalizzarsi. Se per esempio si prendono due carte a mazzo scoperto, così come suggerisce Matteo, una delle quali è quella che ci attrae di più – pensando a un certo ambito della vita o progetto creativo – e una è quella che ci inquieta maggiormente, anche solo dirsi (o scrivere) il perché ci aiuta moltissimo a focalizzare e a trovare punti di vista divergenti su ciò che ci sta a cuore.
Le carte per scrivere
Una carta, più di tutte, mi inquietava e aveva a che fare con la ricerca della spontaneità: mi sono resa conto che una delle mie difficoltà maggiori, ultimamente, è quella di essere realmente spontanea, considerando non solo ciò che metabolizzo con la mente, ma anche le sensazioni che arrivano alla pancia.
Ho cominciato a scrivere ed è fluita una riflessione sull’ultima volta che sono stata davvero spontanea e tutte le volte che ho filtrato i miei sentimenti che ha prodotto un testo autobiografico di cui sono molto contenta e che – per altro – mi ha ispirata il personaggio di Amalia Zaniboni, protagonista di un racconto che ho scritto e che verrà pubblicato in una raccolta per l’editore Graphe, il prossimo Natale.
Ecco, trovata la CHIAVE!
Ed ecco come, dal prossimo anno, affiancherò l’uso delle carte Intùiti alla spirale autobiografica e a tutti gli altri esercizi che faccio con chi partecipa ai miei corsi.
La visualizzazione (questo, di fatto, sono le carte) è un ottimo strumento per:
- stimolare la propria creatività
- trovare la svolta narrativa di un’idea editoriale che langue
- focalizzare la mente su un aspetto del proprio carattere per trasformarlo in una descrizione o anche in un nuovo personaggio, altro da noi
- condurre le persone ad aprirsi, mettersi in discussione e relazionarsi con te su determinati argomenti.
Le carte per narrarsi online
Credo che le carte saranno anche un ottimo strumento che userò come digital coach e copywriter quando faccio consulenza ai miei clienti: quale migliore modo per tirare fuori contenuti non banali e valorizzanti, del prendersi il giusto tempo per descriversi partendo da un punto diverso dall’inizio, quando ci si narra online? Se adeguatamente guidato, credo che questo esercizio aiuterà moltissimo i miei clienti a imparare a narrarsi online in maniera coinvolgente e efficace.
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[…] gioco, memoria e lavoro manuale. Faccio fare “disegnini” e visualizzazioni e uso i tarocchi per evocare immagini e aiutare le persone a far uscire le parole giuste per descriverle. E poi […]
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