Io posso online: oltre i social c’è un mondo
Oggi è il Safer Internet Day 2017, un’occasione per sensibilizzare i più giovani all’uso consapevole del web e a un approccio in sicurezza degli ambienti digitali. Ho voluto ricordare a me stessa ciò che POSSO fare online. Lo condivido.
E tu che uso fai della Rete? Per te web vuole dire Instagram, WhatsApp e poco altro o navighi anche altri lidi?
Come ci ricorda Generazioni Connesse:
“Be the change: unite for a better internet” è lo slogan scelto per l’edizione del 2017, ed è finalizzato a far riflettere i ragazzi non solo sull’uso consapevole della Rete, ma sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro.
Un ruolo attivo e responsabile in Rete: ecco cosa dovremmo sempre tenere a mente, tutti, sia nel nostro ruolo di genitori, sia come persone. Perché il web è chi lo fa, un insieme di periferie senza centro, costruite da chi le vive, secondo una planimetria che si contratta con gli altri e con noi stessi.
#iopossonline
- Posso scaricare podcast per imparare l’inglese, ascoltare trasmissioni radio in differita e sentire i miei libri preferiti letti da qualcun altro.
- Posso leggere contenuti interessanti su temi che mi appassionano, raccoglierli e aggregarli grazie a strumenti come Evernote e – se voglio – posso scriverne sul mio blog.
- Posso imparare a suonare il pianoforte grazie a un tutorial su Youtube.
- Posso scoprire quale biblioteca conserva quel libro che non trovo da nessuna parte e se non è comodo arrivarci, posso chiedere alla biblioteca se lo fa avere a quella di quartiere.
- Posso tenermi informata sugli eventi che accadono nel mondo, ma anche su ciò che è in programma nella mia città: basta un hahstag usato bene.
- Posso formarmi bibliografie potenzialmente infinite di testi interessanti su un tema: c’è vita oltre Wikipedia e devo solo raffinare la mia capacità di confrontare le fonti per non incappare in errori o bufale.
- Posso aprire un blog su una piattaforma Open Source come WordPress e i contenuti rimarranno miei, non come quando prendo spazio “in affitto” su un social network di qualcun altro.
- Il mio blog può diventare la mia casa e rispecchiare le mie passioni, raccontare come cresco e evolvo. E – se mi piace scrivere – posso accorgermi di quanto il mio stile ci guadagni nella pratica pubblica e costante della scrittura.
- Posso esercitarmi nella retorica: non importa sempre avere l’ultima parola online, non serve spiazzare o “schiacciare il nemico”. Il web non è un campo di battaglia e posso decisamente SCEGLIERE di prendere le distanze quando una situazione si infiamma o argomentare in maniera efficace il mio pensiero, consapevole che la sua efficacia potrebbe essere disinnescata dalla mancanza di ascolto. Ecco perché sarò la prima ad ascoltare e a cercare di mettermi nelle braghe di qualcun altro, ma sarò anche la prima ad alzare bandiera bianca, nel caso serva.
- Posso spegnere tutto e uscire. Sempre.
Ai genitori online ricordo anche il patto di non belligeranza che abbiamo scritto insieme a voi e ai vostri figli adolescenti qualche anno fa, sull’uso di tablet e smartphone in famiglia, durante il progetto Generazioni Internet. Un po’ datato, sempre attuale e potenzialmente modificabile, se volete.