Scrivere e camminare sono relazione. Con noi e con gli altri
La scrittura è relazione. Scrivere e camminare sono relazione, con noi e con gli altri. E lo scrivo per esperienza.
La relazione ci mette di fronte all’umanità delle altre persone e ci ricorda che essere parte di una comunità, anche con chi fino a poco prima non conoscevamo, può essere la chiave per affrontare con più fiducia le sfide quotidiane.
Troppo spesso rinunciamo a fare cose che ci piacciono perché dovremmo farle da sole, perché temiamo il giudizio, perché pensiamo di essere inadeguate.
Eppure, quando superiamo questa paura inconscia di metterci in gioco, accade sempre qualcosa di magico.
Sono ormai 3 anni che organizzo per Destinazione Umana un weekend di scrittura e cammino sui colli bolognesi: l’ultimo si è tenuto a fine settembre, sulle colline di Pianoro.
L’idea ha cominciato a germogliare in me durante gli ultimi scampoli di pandemia, camminando sui colli che – in quel periodo – erano la mia spinta vitale, il luogo dove, nei passi, ritrovavo un posto nel mondo e non in casa mia, in connessione con la natura che dall’urbano diventa appenninica.
Dopo aver esplorato le colline di San Luca, quest’anno con Silvia Salmeri abbiamo deciso di cercare una nuova destinazione e il caso ha voluto che fosse sulle colline di Pianoro.
Parlo di “caso” unicamente perché quelle colline lì sono per me il luogo dell’anima, essendo cresciuta proprio in quella zona.
Ognuno di noi, tra tutte le case che ha avuto, tra tutte le storie che l’hanno formato, a un certo punto della vita SA con profondità quale è la terra natia, il luogo dove farà sempre ritorno, anche solo con i ricordi.
Il mio luogo natio del ritorno è senza ombra di dubbio Pianoro, coi suoi calanchi, con il Savena che taglia la valle e a volte – specie negli ultimi tempi – la ferisce e con una luce speciale che accarezza i colli morbidi e i calanchi aguzzi.
Grazie al supporto di chi ci ha ospitato e accompagnato a camminare (Chiara dell’agriturismo “Il Cavicchio“) abbiamo davvero trovato un angolo di ispirazione, possibilità di essere noi stesse, di ridere, riflettere e anche riposarci dal caos della vita quotidiana.
Indice dell'articolo
- 1 Cosa succede quando si fanno esercizi di scrittura autobiografica in compagnia e in un luogo ispirante?
- 2 Cos’hanno in comune scrittura e cammino?
- 3 Ma ci si diverte anche?
- 4 Bisogna essere allenate per camminare durante questo weekend?
- 5 Ti piace camminare? Ispirati
- 6 Vuoi migliorare la tua scrittura?
- 7 Sei una viaggiatrice in cerca di ispirazioni ma non sai con chi partire?
Cosa succede quando si fanno esercizi di scrittura autobiografica in compagnia e in un luogo ispirante?
Ogni volta che inizio a proporre gli esercizi e osservo le partecipanti, c’è sempre chi è mossa da curiosità e non vede l’ora di partire ma anche chi ha la faccia tesa e sembra abbia scritto in fronte un “manifesto di fuga”. Mi immagino la domanda prevalente: “Ma cosa ci faccio io qui?” e la mia risposta è sempre una e una soltanto: “Siamo qui per divertirci, esplorarci e la scrittura per il benessere e la condivisione NON è una gara”.
Quando poi ci si scalda, quasi tutte accettano la sfida e si rilassano, godendosi il presente. C’è chi è molto concentrata, chi cerca un luogo ispirante dove scrivere la consegna, chi finisce in pochissimo tempo e chi invece ha bisogno di selezionare le parole con estrema cura: tutto vale.
La magia accade poi quando si condivide il proprio esercizio con le altre: è come se si inserisse la spina nella presa e si accendesse una catena di lucine che illuminano le presenti. Perché si crea un’energia condivisa, perché spesso la mia storia è anche la storia di qualcun altro, perché le mie paure non sono solo le mie paure.
Quello è il momento in cui mi sento l’albero di Natale appena tirato fuori dalla scatola: hai finito di decorarlo e accendi le luci che lo faranno risplendere.
Io sono solo una facilitatrice, ci metto gli esercizi, ma poi è la voglia di farli di chi c’è che rende il momento magico e speciale.
Cos’hanno in comune scrittura e cammino?
Scrivere e camminare hanno in comune la pazienza, la posa leggera di un passo dopo l’altro per arrivare a una meta oppure per fare un percorso senza sapere dove ti porterà. Cammino in natura e scrittura condividono la gioia dell’osservazione, della scoperta e della meraviglia: potresti incappare in un paesaggio inusuale, potresti rimanere incantata dal solo passaggio delle nuvole. Scrivere e camminare insieme ad altre persone significa scegliere di mollare le abitudini usuali, le routine programmate, i calcoli delle relazioni e mettersi fianco fianco a un’altra persona, senza l’ansia del giudizio, senza dare giudizio.
Ma ci si diverte anche?
Uno dei pregiudizi più diffusi intorno alla scrittura autobiografica è che si possa trasformare in occasione “lacrimevole” o che un laboratorio diventi una sessione di terapia di gruppo.
E invece. Invece ci si diverte pure, prima, durante e dopo.
Finiti gli esercizi, con le partecipanti ci siamo sedute a bordo piscina a sorseggiare buon vino (le più temerarie, tra cui la sottoscritta, hanno pure fatto il bagno prima) e a chiacchierare. Abbiamo scherzato sulle paure di cui ci vergogniamo. Io – per esempio – ho fatto coming out rispetto alla mia paura dei camion in autostrada scoprendo che non siamo in poche ad avere problemi con la guida.
Durante la cena abbiamo continuato a conoscerci, a ridere, a rilassarci con un aperitivo a km 0 preparato da Chiara che ci ha davvero coccolato, oltre a mostrare con ogni azione la sua passione e cura per il lavoro di ospitalità, la scelta di farlo nei luoghi dove è cresciuta.
Dopo cena, come da tradizione, ho tirato fuori i miei tarocchi, quelli che uso spesso anche durante i laboratori come vettori di scrittura e ho fatto un giro di carte a chi me lo ha chiesto. In modo ridanciano e leggero che è l’unico modo per interpretare il nostro presente e futuro.
Bisogna essere allenate per camminare durante questo weekend?
Come diciamo sempre, in ogni viaggio di Destinazione Umana non si lascia mai indietro nessuno: il passo collettivo è dato dal ritmo collettivo. La camminata che ci ha portato dall’agriturismo al monumento dei caduti di Sabbiuno e poi all’azienda agricola Ca’ De Cesari dove ci attendeva uno spuntino di chiusura e del buon vino ed è durata un paio d’ore per un totale di (circa) 8 km. E prima di sederci sulle balle di fieno a bere e mangiare, abbiamo anche abbracciato un’antica quercia.
Ti piace camminare? Ispirati
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