scrivere un libro autobiografico

Scrivere un libro autobiografico

A volte nella vita ci succedono cose che rivoluzionano tutto e che cambiano la nostra prospettiva: non si tratta solo di esperienze positive ma anche di sfide e traumi che ci portano a guardare il mondo in un nuovo modo e ci fanno fare salti di consapevolezza.

Arriva il momento in cui sentiamo la pulsione di condividerle e raccontarle perché ci sembra possano essere utili anche al altre persone. A me è successo quando ho scritto 102 chili sull’anima e A due passi dalla meta

Ma cosa implica e come si scrive un libro autobiografico che ha come soggetto un pezzo della propria vita? 

Ti lascio qualche suggerimento: se vuoi avere ispirazione su come trovare la storia e iniziare a raccontarla, ti invito a leggere il mio libro in cui ti guido nella scrittura autobiografica: Tu sei la tua storia o a iscriverti alla mia newsletter per qualsiasi aggiornamento sui prossimi corsi e workshop di scrittura autobiografica, online e in presenza.

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Perché scrivere un libro autobiografico

La scrittura autobiografica quando non è autoreferenziale, fa bene a noi e fa bene alle altre persone. Siamo esseri narranti e ci piace condividere storie in cui ci immedesimiamo e che ci aiutano a sentirci meno sole e soli nei momenti più difficili della nostra vita. 

Potresti voler scrivere una storia familiare, il percorso che ti ha portato a scoprire qualcosa grazie a un evento traumatico, quello che hai imparato in una situazione difficile o come hai affrontato una malattia.

I libri autobiografici che funzionano sono quelli che raccontano un percorso di scoperta, una sfida che hai superato o meno e cosa ti ha insegnato. Funzionano le storie personali che sono storie collettive e riguardano temi che coinvolgono tutta l’umanità: nascita, salute, amore, morte, malattia, viaggio di scoperta che ti cambia, lotta contro qualcosa che ti mette in difficoltà, racconto di un’impresa collettiva (potrebbe essere anche quella della tua Azienda), ricerca della felicità in un contesto specifico

Se vuoi scrivere la tua storia e vuoi farlo per gli altri, chiediti sempre: 

  • In che modo la mia esperienza potrà essere utile ad altre persone? 
  • A che tipo di lettrici e lettori mi rivolgo, in particolare? 
  • Qual è il messaggio che voglio che arrivi? 

Romanzo o verità? Questo è il dilemma! 

Aiuto le persone che vogliono scrivere libri autobiografici e per ciò mi è capitato, sia con clienti che durante i corsi e workshop che arrivasse la fatidica domanda: ma devo per forza scrivere tutta la verità o posso aggiungere anche qualche dettaglio romanzato o -addirittura- raccontare la mia storia ma attraverso personaggi immaginari? 

Spoiler: quando scriviamo un romanzo, un racconto, qualunque cosa, stiamo sempre attingendo dalla nostra vita o da quella di persone reali. Sta a noi decidere quanto e come mischiare le carte, ma ogni racconto è mimesi manipolata di ciò che abbiamo vissuto. In ogni storia c’è un po’ della nostra autobiografia. 

Nel momento in cui abbiamo una buona storia, utile e ispirante per altre persone, che riguarda uno dei grandi temi che ci accomuna, possiamo scegliere il punto di vista da assumere, l’angolo della stanza da cui guardiamo quella storia e decidiamo di raccontarla. Il punto di vista può essere: 

  1. Diaristico. Raccontiamo dall’inizio alla fine, assumendoci la narrazione in prima persona e chi narra e la protagonista sono la stessa persona. Non è comunque detto che racconteremo TUTTO. 
  2. Romanzato. Ci immaginiamo una protagonista che ci assomiglia molto a cui accadono delle cose che sono accadute a noi ma che si mischiano a eventi immaginari FUNZIONALI al messaggio che vogliamo portare con quello che stiamo scrivendo. 
  3. Auto fiction. La protagonista sono io ma mi accadono situazioni che non aderiscono alla cronologia degli eventi che realmente mi sono accaduti e vengono inseriti fatti e personaggi immaginari, funzionali alla mia storia. La narratrice e la protagonista hanno lo stesso nome, caratteristiche simili, ma non sono la stessa persona. 

Come scrivere un libro autobiografico. La struttura e la strategia 

Se vuoi scrivere un’autobiografia, dopo aver chiarito a te stesso a chi ti rivolgi, qual è il messaggio che vuoi dare e il punto di vista che assumi, puoi definire l’arco temporale di cui vuoi scrivere e quali sono gli eventi memorabili che desideri mettere in luce nel racconto della tua storia.

Un evento memorabile è qualcosa che è successo e che agglomera intorno a sé un significato, riassume un’epoca della tua vita, si fa simbolo di un sentimento. 

Una volta che hai abbozzato arco temporale e eventi memorabili puoi iniziare a scrivere. Tieni presente che esistono due possibilità: o ti butti e scrivi la prima stesura del tuo libro, seguendo il flusso della tua ispirazione e poi torni a limare, riempire, rafforzare, nelle stesure precedenti, oppure pianifichi e ti muovi in maniera verticale/profonda già dalla prima stesura. 

Zadie Smith in un ottimo manuale di scrittura che si intitola Cambiare Idea  parla di Macropianificatori e Microgestori: 

Il Macropianificatore si riconosce dai suoi post-it, dalle Moleskine che insiste a comprare. Il Macropianificatore prende appunti, organizza il materiale, elabora una trama e crea una struttura: tutto ciò prima ancora di scrivere il titolo del libro. (…) Dal canto mio, sono un Microgestore. Inizio un romanzo dalla prima frase e lo concludo con l’ultima. Non mi verrebbe mai in mente di scegliere tra tre finali diversi, perché non ho la più pallida idea di quale possa essere il finale finché non ci arrivo. 

Tu potresti essere dell’uno o dell’altro partito a seconda del momento e del soggetto che stai scrivendo. 

Personalmente, quando scrivo un libro (autobiografico o meno) ho un’unica regola: cerco di scrivere la prima stesura in massimo un mese e mezzo, perché se non completo la storia che sto scrivendo in questo tempo, poi mi areno, perdo il momento e il libro rimane incompiuto (e ne ho tantissimi nel cassetto fermi a pagina 60 perché ho tergiversato e a un certo punto qualcos’altro è diventato prioritario). 

Se scrivi un testo autobiografico, alcune note

  • Ricorda che stai scrivendo di materiale vivo: sii consapevole dell’effetto che produrrà sulle persone che fanno parte della tua vita. 
  • Abbi la certezza che puoi scrivere di tutto senza incorrere in fastidiosi problemi di privacy altrui. Se non vuoi rischiare, usa il romanzo o auto fiction e modifica alcuni nomi e fatti in modo che non diventino troppo riconoscibili nella realtà i protagonisti delle vicende che stai raccontando. 
  • Prepara le persone che sono dentro la tua storia: una volta terminato il tuo libro, dagli la possibilità di leggerlo, ancora prima di decidere come lo vuoi pubblicare. 

Bibliografia

Alcuni romanzi e libri autobiografici 

  • Cornia Ugo, Sulla felicità ad oltranza, Sellerio editore, Palermo, 1999.
  • Nori Paolo, La vergogna delle scarpe nuove, Bompiani, Milano, 2007.
  • Rabito Vincenzo, Terra matta, Einaudi, Torino, 2007.
  • Winterson Jeanette, Perché essere felice quando puoi essere normale?, Mondadori, Milano, 2011.
  • J. R. Moehringer, Il bar delle grandi speranze

Alcuni saggi e manuali 

  • Batini, Giusti, Le storie siamo noi: Gestire le scelte e costruire la propria vita con le narrazioni, Liguori, Napoli, 2009.
  • Brown Brené, La forza della fragilità, Vallardi, Firenze, 2016.
  • Cognetti Paolo, A pesca nelle pozze più profonde. Meditazione sull’arte di scrivere racconti, Minimum Fax, Roma, 2014.
  • Demetrio Duccio, Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1995.
  • King Stephen, On writing, autobiografia di un mestiere, Roma, Minimum Fax, Roma, 2000.
  • F. Sanzo, Tu sei la tua storia, 2018. 

La bibliografia non si esaurisce: ho inserito solo alcuni dei tantissimi libri sull’argomento. 

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