Nonostante libera: quando il racconto è un atto terapeutico anche per il lettore
Affido alla scrittura la grande responsabilità di avere una funzione catartica. È il mio atto terapeutico.
Si apre così il libro di Bruna Orlandi, Nonostante, libera uscito per Giraldi editore e che avrò il piacere di presentare alla Feltrinelli di piazza Ravegnana il 30 gennaio alle 18.
Bruna soffre di vulvodinia [sito dell’associazione per info] dal 2010: la sua è una patologia dolorosa che invalida la vita quotidiana (Bruna ironizza sul fatto che le scappi da “pisciare” molto spesso e che quindi abbia la mappa di tutti i cessi di Bologna) e anche quella sessuale e la conoscenza della malattia è talmente poco diffusa che lei ci ha messo un buon numero di mesi per capire cosa le stesse succedendo, cosa ci fosse alla base dei suoi dolori.
Tirata da una parte all’altra di pareri medici non sempre pazienti, di fronte a dolori e disagi che non vengono facilmente identificati e che hanno a che fare con la nostra identità più profonda, la Orlandi si è trovata a fare i conti con pregiudizi e luoghi comuni e con la terribile e frustrante affermazione: “È psicosomatico!” che anche io ho sentito tante volte portare come diagnosi, quando nessuno capiva quale fosse la mia patologia immunitaria, mentre io continuavo a stare malissimo.
Ecco allora che in un percorso di cura che non è ancora terminato (Bruna non è guarita dalla vulvodinia), il ruolo della narrazione diventa centrale perché aiuta l’autrice a prendere distanza e a guardare alla sua storia e ce la racconta come fosse un romanzo di formazione.
Prima di leggere il libro mi sono chiesta se mi sarei identificata nel racconto di una persona che ha una patologia specifica che non mi riguarda e ho scoperto che questo NON è un libro sulla malattia, ma un libro che attraverso la malattia racconta la parabola di una donna, l’identità femminile e grandi atti di amore.
Ci sono tutti gli ingredienti di una buona storia in Nonostante, libera: una sfida, nemici, l’eroe che deve intraprendere un viaggio e alcuni aiutanti magici. E c’è anche l’amore, quello pieno, profondo, fiducioso, quello che guarda all’essenza e riesce ad andare oltre la fragilità del momento.
L’autrice è ironica e declina la sua storia attraverso un immaginario divertente e potente e con un ritmo stilistico ammirevole, considerando che la sua è un’opera prima.
Ricordo ancora quando ho conosciuto Bruna: eravamo a uno dei corsi dove faccio formazione, un laboratorio di Work Wide Women e lei si alzò in piedi, al momento delle presentazioni e ci raccontò la sua storia con levità profonda e la capacità di emozionarci tutte, senza fare sconti alla realtà della sua patologia. Dopo esserci conosciute, Bruna partecipò a un mio workshop di scrittura autobiografica e lì mi confidò che voleva scrivere un libro.
Nonostante, libera è un testo potente, un libro da leggere anche se non soffri di vulvodinia, un libro che ci riguarda tutti perché tutti, prima o poi, abbiamo avuto momenti di difficoltà non riconoscibile, abbiamo cercato appoggio e amore e non sempre abbiamo trovato entrambi. Nonostante, libera è un libro sull’empatia e per coltivare empatia: come tutte le testimonianze, le storie personali, ecco che condividerle diventa un atto sociale oltre che terapeutico e ci aiuta a sentirci meno soli nella nostra storia.
Se vivi a Bologna, domani 30 gennaio 2019 avrò il piacere di accompagnare Bruna nella presentazione del suo libro in Feltrinelli, sotto le Due Torri (Piazza Ravegnana), alle 18.
Ti aspettiamo!