Narrazione e marketing: oggi lo chiamiamo storytelling
Venerdì 23 gennaio 2015 ho partecipato a una giornata di studi dedicata a storytelling e video dell’Università di Bologna, in occasione dell’annuale premio Teletopi, nato da un’idea di Giampaolo Colletti.
Inutile dire che è stata una giornata ricchissima e molto utile dal punto di vista formativo: ribadisco l’importanza, per un professionista della comunicazione, di uscire da sé per guardare cosa accade nel mondo che lo circonda.
Alla giornata hanno partecipato soprattutto studenti ma anche tanti professionisti interessati al tema e (spero) qualche azienda che ha voglia di riflettere sull’importanza di narrare la propria storia in ottica di marketing.
Carmel Lasorella, che conduceva il talk della mattina, durante il quale ho avuto l’onore di presentare il mio libro Narrarsi online: come fare personal storytelling, ha portato storie intensissime dei suoi reportage di guerra e ha sottolineato l’importanza di una narrazione coinvolgente, interrogandosi (e riflettendo con noi tutti) sul ruolo svolto oggi dalle WebTV. C’è ancora un potenziale inespresso legato a questi mezzi? In che rapporto sono con le televisioni tradizionali e quelle pubbliche?
Rudy Bandiera (che finalmente ho conosciuto di persona!) ha raccontato la storia di quando si è salvato da un brutto incidente automobilistico e grazie alla sua autorevolezza online e alla narrazione che ne ha fatto su web e social media, ha ottenuto in uso un’auto con il progetto #unamacchinaperudy Grazie alla sua capacità narrativa, al suo modo non convenzionale di raccontare storie (è una persona simpaticissima anche dal vivo) e al numero di followers che lo seguono, ha ottenuto da un grande marchio ciò di cui aveva bisogno. L’azienda ha colto le sue potenzialità e ha trasformato una storia in un bel progetto di marketing di cui hanno ottenuto guadagni entrambe le parti. L’azienda è stata menzionata e ha dimostrato la sua apertura nei confronti di chi la Rete l’agisce tutti i giorni, Rudy ha potuto rimettere le mani su un volante.
Lella Mazzoli che si occupa di comunicazione e dirige la scuola di giornalismo di Urbino [potete seguirla anche su Twitter @lellamazzoli] ha introdotto un concetto importantissimo per spiegare cosa trasforma una narrazione in un buon storytelling, oltre all’ascolto del contesto, ovvero il Mèlos, una parola greca che indica la poesia, il canto lirico e sottolinea bene quanto sia necessario coinvolgere attraverso le emozioni.
Emozioni e ascolto sono, a mio parere, anche i nodi centrali per narrarsi online: le emozioni nascono da un racconto coinvolgente che coniughi diversi registri stilistici, l’ascolto è l’unico strumento per agire, davvero, una narrazione positiva (non necessariamente legata ad argomenti gioiosi).
Le emozioni nascono in noi se attraverso le storie degli altri possiamo compiere una catarsi e ci possiamo riconoscere in esse: proprio come succede ai bambini che ascoltano una favola. E le emozioni sono il motore primo che spinge le persone a un’azione, anche quando vorremmo che acquistasse un nostro prodotto, partecipasse a un nostro corso o venisse coinvolta in un progetto.
E nel narrarsi online è vietato annoiare: selezionare adeguatamente contenuti e nodi narrativi della nostra storia è un focus che non devono perdere né professionisti né aziende.
Prima dell’inizio dei lavori Bologna Inside mi ha intervistato. Ecco qua cosa ho raccontato a proposito di storytelling e del mio libro:
E sul canale di Bologna Inside è possibile vedere anche l’intervista a Rudy Bandiera.
Di emozioni ha parlato anche Giovanna Cosenza nel suo intervento pomeridiano, riflettendo sulla posizione del nostro corpo in cui si collocano rabbia, paura, felicità, tristezza e quale è il legame tra ogni singola emozione e la risposta del pubblico, anche in una logica di marketing.
La tristezza – per esempio – ci spinge a chiuderci in noi stessi e ci “spegne”, ma se un po’ di tristezza precede una catarsi verso la gioia, la felicità o la rabbia, allora produciamo call to action e spingiamo il pubblico ad agire.
Bellissimo concludere una giornata ricca con il laboratorio di video storytelling di Giampaolo Colletti che ha presentato una serie di casi aziendali e video interessanti.
Su quello di Wind, che gioca sulla messa in discussione del proprio posizionamento commerciale, mi sono davvero emozionata e in classe ho visto più di una lacrima.
Ecco qua un ottimo esempio di storia e Marchio che riesce a raccontarla efficacemente parlando al cuore di ogni singola persona. Prima di guardare questo video, mi raccomando: procuratevi qualche fazzoletto! 😉
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Ciao Francesca,
si confermo un video davvero forte ed estremamente efficace, dove il messaggio arriva dritto al cuore. Difficile non concordare: adesso usiamo la tecnologia, ma chi manda messaggi son persone a persone e questo non ce lo dobbiamo dimenticare. grazie.