Dal web a Lerici
Le tesi del parroco di Lerici sul femminicidio
e la responsabilità della donna non sono farina del suo sacco, ha stampato e fatto sue affermazioni che da oltre una settimana campeggiano come editoriale di Bruno Volpe sul sito “cattolico” Pontifex.
Ho scritto un commento a quell’articolo, non appena mi è stato segnalato: non è stato pubblicato, pur non contenendo parolacce ma solo un fermo punto di vista, malgrado il sito si dica forte della libertà d’opinione.
Ho scritto anche a direcontrolaviolenza@women.it perché facendo una ricerca in rete, non sono riuscita a capire a chi segnalare questo tipo di contenuti, perché fossero valutati obiettivamente.
Trovo gravissimo che siano a disposizione di tutti online e sono convinta che la libertà di espressione individuale si debba fermare quando lede la libertà degli altri o offende gruppi di persone.
Lo hanno scritto e detto in tanti, queste affermazioni incitano alla violenza contro le persone donne e ci fanno tornare al medioevo del pensiero.
Anche perché in Italia, è utile ricordarlo, la maggior parte di delitti che vengono compiuti sulle donne, sono compiuti in casa, da partner, ex compagni, mariti.
Sapere che le affermazioni di Bruno Volpe sono indicizzate e di pubblico dominio, su un sito che – per la sua natura “cattolica” – potrebbe essere considerato autorevole, mi sconcerta parecchio.
Da una parte si potrebbe riaprire il dibattito sulla Rete e sulla sua capacità di diffusione di qualsiasi punto di vista, elemento sano in generale ma che fa riflettere quando si scontra con temi etici come questo, con prese di posizione ideologica che potrebbero ledere qualcuno o rispondono a rabbia di pancia e che possono diventare contesto fertile in cui liceizzare forme di violenza come quella sulle donne.
Dall’altra penso al fatto che queste affermazioni, all’interno di un contesto cattolico in cui il Papa stesso si permette di usare parlare dure verso unioni omosessuali e aborto, parlando di “minaccia per la pace”, in un mondo dove la minaccia alla Pace arriva principalmente dall’intolleranza e da chi pensa che la propria religione o credo giustifichino forme di violenza, siano un segnale forte che nessuno dovrebbe sottovalutare e su cui tutti dovremmo fare un atto di responsabilità. Noi laici dovremmo farlo come cittadini, i cattolici dovrebbero prendere una forte posizione.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano, di questi episodi, di questi punti di vista, le donne cattoliche illuminate, anche quelle di sinistra.
Se i Media non avessero dato eco alle ferme prese di posizione di alcune associazioni contro il parroco di Lerici, probabilmente ci sarebbe stato silenzio intorno alle parole dell’editorialista.
Un’affissione in una parrocchia rimane in qualche modo circoscritta a chi transita in quella chiesa, le parole messe in Rete hanno una forza che esce dalla contingenza del momento (tra 3 giorni i tg non ne parleranno più) e possono essere trovate in qualunque momento, da chiunque.
In questi giorni, come non mai, proprio in occasione del Natale, la chiesa e chi si fa forte del proprio cattolicesimo, mi hanno offerto la possibilità di rinnovare il mio spirito anticattolico e laico.
Come non mai sono orgogliosa di non appartenere alla chiesa cattolica. Come non mai mi chiedo, di fronte a affermazioni tanto pesanti, come si pongano i tantissimi uomini e donne intelligenti che hanno scelto di essere cattolici e che conosco anche personalmente, rispetto a atti così gravi.
Come non mai mi pongo alcuni dubbi legati al web, alla tutela delle persone rispetto ai contenuti e alla capacità di distorsione e strumentalizzazione della parola che può passare attraverso i bit.
E non ho alcuna risposta.